Una cittadina fornita di tutti i servizi essenziali come bar, ristoranti, supermercati, poste, banche, negozi, ristoranti, bar, farmacia, due mercati settimanali (martedì e sabato con oltre 80 bancarelle), a ridosso alle colline del Barolo (oggi patrimonio UNESCO), è il cuore della zona di produzione del Dogliani DOCG ed è ad un tiro di schioppo dalle suggestive colline dell’Alta Langa e delle Langhe Monregalesi.
Per chi vuole un soggiorno originale, al di fuori dei circuiti turistici più battuti
Dogliani è ben collegata ad Alba (27 Km, mezz’ora d’auto), ma in generale è consigliabile arrivare e/o spostarsi in automobile. Nei dintorni è possibile visitare numerose cantine, nonché i paesi limitrofi come Barolo, La Morra, Novello, Monforte ecc.
Terra di vini, di artigianato, di antiche fiere, sagre e mercati
Il centro cittadino è molto caratteristico: l’origine medievale è stata ampiamente rivisitata da Giovanni Battista Schellino, architetto e agrimensore che nell’ottocento diede a Dogliani un volto quasi monumentale.
Un tripudio eclettico di cupole neoclassiche e guglie neogotiche, torri medioevali e scenografie wagneriane che rendono Dogliani uno dei più originali e curiosi paesi delle Langhe.
Questo paese di Langa, nel basso Piemonte, di 4.810 abitanti si stende a cavallo tra monregalese ed albese, in una terra che da sempre intrattiene saldi legami con il paesaggio e mantiene ancora oggi la caratteristica fisionomia urbanistica che la storia e la mano dell’uomo hanno disegnato dalle sue origini.
Situata in una conca naturale, attorniata da colline dalla conformazione mai uniforme, Dogliani è considerata la capitale delle Langhe sud-occidentali.
L’agglomerato urbano, posto a 300 metri di altitudine sul livello del mare, si addensa intorno all’alveo del torrente Rea, affluente di destra del Tanaro e si distingue nettamente in due aree edificate: una inferiore, il Borgo, sul fondovalle bagnato dal fiume, ed una superiore, il Castello.
Il paese si presenta quindi con due centri storici ben conservati, simbolo di ciò che qui hanno recato la storia e le vicende dell’uomo: uno più vivace commercialmente e l’altro, sull’altura sovrastante, che conserva, ancora quasi intatta, la sua fisionomia di ricetto medioevale.
Oltre ai due più antichi borghi all’interno della cinta muraria, Borgo e Castello, la Dogliani di oggi è costituita anche dai borghi periferici Valdibà, San Luigi, Piandeltroglio, Airali, San Quirico e San Rocco, cresciuti nel dopoguerra.
A caratterizzare Dogliani è l’originalità dello stile architettonico, con cui Giovanni Battista Schellino , stravagante agrimensore e architetto autodidatta cresciuto alla Spina, una frazione della campagna doglianese, nella seconda metà dell’Ottocento segnò il tessuto della città, progettandone il volto monumentale: un tripudio eclettico di cupole neoclassiche e guglie neogotiche, torri medioevali e scenografie wagneriane.
La personalità architettonica di Dogliani non trova infatti rispondenza in Langa, poiché l’eclettismo di questo illustre urbanista ha attribuito alla città angoli insoliti e assolutamente estranei ai canoni, agli stili e al senso comune di allora.
Scrivono Andreina Griseri e Roberto Gabetti nel famoso saggio sull’eclettismo:
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<<Già da lontano appare il Santuario della Madonna delle Grazie …, poco oltre i campaniletti…, le rosse costruzioni schellinate sul Castello. Per chi attraversi il ponte sul fiume Rea, la Chiesa dei Santi Quirico e Paolo … si presenta defilata secondo una prospettiva da trattato. Sullo sfondo di ciò che resta del convento dei Carmelitani, la mole della chiesa si spezza, ma si “enfatizza”, sul grande pronao a colonne laterizie. Chi segue la provinciale può vedere sullo sfondo, di lato a destra, la mole rossa e compatta dell’Ospedale … e poi, girata la curva, la Torre delle scuole e del comune o Torre dei cessi; subito sopra, il borgo Castello… con la Torre comunale merlata di Schellino o Torre ddell’orologio; …poi il Ricovero, dalle traforate occhiaie e dai profondi loggiati a volta.
Arrivando a borgo Castello gli appare la bianca Chiesa dell’Immacolata, un po’ occultata dal lavatoio in cemento. Salendo ancora lungo la statale, la cinta del Cimitero schelliniano, con le guglie a cornice dell’ingresso. A poco a poco i Piloni della Via Crucis che accompagnano al Santuario delle Grazie… quattordici, tutti tra loro diversi: lo stile richiama il soggetto rappresentato. A metà della salita, sul bivio per Farigliano… in alto, la chiesa barocca di Sant’Eleuterio, acrobaticamente conservata fra due grandi muri d’ala ricurvi, costruiti da Schellino. … Salendo ancora per la strada della Riviera, l’episodio dei piloni diventa più evidente, nel paesaggio scosceso e libero della Langa: per concludersi così, tra i vigneti, nel Santuario della Madonna delle Grazie.>>
Dogliani è sempre stata un importante centro agricolo ed ancora oggi, nonostante una positiva crescita dell’artigianato locale, è fortemente caratterizzata da una economia tradizionale: sulla cittadina gravitano una decina di comuni minori e il suo mercato diventa punto di incontro e di trattative per l’intera produzione dell’area.
Gli uomini rimasti fedeli alla vigna sembrano infatti aver fatto tesoro degli insegnamenti che Luigi Einaudi, l’illustre economista e statista, Doglianese, che tra il 1945 e il 1948 ridisegnò l’Italia e che in seguito divenne il primo Presidente della Repubblica fino al 1961, annotava negli appunti dedicati alla conduzione aziendale:
<<Si vive con il frutto del proprio lavoro personale. Se c’è un reddito…, prima bisogna pensare a rinnovare i piantamenti… e fare tutti i vari lavori di conservazione e miglioramento dei terreni e delle case rustiche.>>
La lezione è stata fatta propria dai vitivinicoltori e cantinieri doglianesi. Infatti, nonostante la struttura aziendale sia per lo più minuta, la sua organizzazione è di tipo imprenditoriale e gli investimenti operati in vigneto e in cantina sono orientati a ottimizzare la qualità delle produzioni. Per i vignaioli della Langa doglianese, secoli di storia del loro vino non costituirebbero motivo di orgoglio se oggi il Dolcetto di Dogliani non fosse presente in tutti i luoghi dove si tratta vino di qualità.
Cosa fare e vedere a Dogliani e dintorni
- La stagione ideale per un viaggio nelle Langhe è l'autunno. Per respirare meglio la poesia di questi colli e non perdere la magia dei colori, la festa dei sapori e qualcosa di così prezioso come il sole autunnale. Che porta in regalo giornate dal clima mite e piene di luce.
- Uno dei must delle Langhe è l'eccellenza di produzioni agricole quali il vino (Barolo e non solo), le nocciole, i tartufi, ecc. Disseminate in un vasto tessuto di aziende a conduzione famigliare, molte di queste sono aperte non solo agli appassionati, ma anche ai semplici curiosi. E', così, possibile conoscere e scoprire piccole realtà produttive, grandi per storia, tradizione, conoscenza, passione e che offrono un contatto umano diretto e prodotti esclusivi.
- Una passeggiata di poco più di mezz’ora consente di visitare i due centri storici di Dogliani con particolare riferimento alle opere di Giovannni Battista Schellino. Il segno lasciato da questo architetto autodidatta, nella Dogliani della seconda metà dell'ottocento, è sorprendente: un tripudio di cupole neoclassiche e guglie neogotiche, torri medievali e scenografie wagneriane.
- Passeggiata ad anello di 5,6 Km, percorribile in circa 1:20 a piedi. L'itinerario di snoda verso via Dante Alighieri per poi salire verso la collina di San Luigi. Una delle zone più panoramiche di Dogliani. Lungo il percorso si trovano alcune delle più prestigiose cantine dei produttori di vino Dogliani DOCG e la chiesetta di San Luigi
- Questo percorso prevede partenza e arrivo a Dogliani, con un anello che sale a Belvedere Langhe (639 m s.l.m.) per poi scendere a Clavesana e Farigliano La lunghezza complessiva è di circa 40 km, con un dislivello di circa 400-450 metri senza tratti particolarmente ripidi salvo le salite di Belvedere Langhe e Farigliano.
- Itinerario di circa 200 km alla scoperta dei paesaggi vitivinicoli che l'UNESCO definisce un esempio eccezionale di interazione dell'uomo con il suo ambiente naturale. Sei aree che l' UNESCO descrive come «Una eccezionale testimonianza vivente della tradizione storica della coltivazione della vite, dei processi di vinificazione, di un contesto sociale, rurale e di un tessuto economico basati sulla cultura del vino»
- Ai genitori che si muovono con minori al seguito (bambini e ragazzi), possono tornare utili consigli e suggerimenti per la ricerca di nuove attività che divertano i propri figli in modo originale, stimolante e didattico. Al riguardo il territorio di Langa e Roero offre durante tutto l'anno diverse opportunità: castelli visitabili, attività all'aria aperta, fattorie didattiche, piscine, eventi, ecc.
- La nostra Casa Vacanze si affaccia sul torrente, che spesso offre (cosa insolita per essere in pieno centro abitato), soprattutto per la gioia dei più piccoli e non solo, la possibilità di osservare diversi esemplari della fauna locale: aironi cenerini; aironi bianchi; germani reali; gallinelle d’acqua; oche comuni; castorini; ecc.
- Sulla fondovalle che da Farigliano conduce a Cherasco ci sono, a sinistra, due cuboni, gli stabilimenti della birra Baladin, in prossimità dei quali c'è un'antica cascina settecentesca, recentemente ristrutturata, che ospita il Baladin Open Garden con visite al birrificio, picnic, grigliate, mercato, circobus, giochi e cultura per una giornata a contatto con la natura!.
- Percorso ad anello di circa 50 km con un dislivello di circa 350 m. Il tratto di salita più impegnativo è quello che da località Gambelletto (Castiglione Falletto) sale a La Morra, passando per la Frazione Annunziata. L'itinerario, che si sviluppa quasi per intiero nella zona UNESCO del Barolo, può essere percorso in bici, auto ed in moto.
- Sono circa 300 gli ex voto censiti, databili dal 1600 alla metà del 1900. Particolarmente interessanti e preziose le decine di tavolette Iignee più antiche, provenienti dal Santuario di San Quirico. Il museo costituisce un unicum nel panorama delle raccolte di ex voto della provincia di Cuneo.
- Negli ultimi anni sono comparse in Langa diverse panchine giganti di colori differenti, tutte poste in punti panoramici e accessibili a tutti, divenute vere e proprie attrazioni per i turisti. Il cambio di prospettiva dato dalle dimensioni della panchina fa sentire chi vi siede come un bambino, capace di meravigliarsi della bellezza del paesaggio con uno sguardo nuovo.