Prendiamo spunto da una serie di 6 articoli che Lorenzo Tablino ha scritto per il nostro portale langhe.net sulle origini del vino Barolo, per proporre un itinerario che ne ripercorre la storia in 7 tappe.
Il barolo, per dirla alla Tablino, resta un vino abbastanza sconosciuto e misterioso: sulla sua storia esistono alcuni testi, qualificati autori si sono cimentati con le sue tradizioni, i suoi personaggi e il suo territorio. Scarsa invece la bibliografia scientifica, sino a qualche anno fa si faceva riferimento a testi dei prof. Mensio e Garino Canina, studi elaborati ai tempi della prima guerra mondiale. Ora compare qua e là qualche ricerca ….Un lavoro complesso ed articolato che di certo arricchirà la conoscenza di questo vino.
Poco si sa sull’inizio della storia del Barolo. Tuttavia, come inizia? Come venne vinificato? E da chi e in quali cantine?
Juliette Victurine Colbert – Barolo
Poche le notizie storicamente certe: riprendendo una tradizione orale, alcuni autori riportano che fu una nobildonna di Barolo Juliette Victurine Colbert
sposa del marchese Carlo Tancredi Falletti di Barolo a proporre alla corte sabauda di Torino un vino rosso prodotto nelle sue tenute e cantine di Barolo e Serralunga d’Alba.
L’itinerario
1° tappa – Barolo
Iniziamo il nostro itinerario da Barolo: il nome del vino, il nome del paese. Alla scoperta della tradizione orale del Barolo, cercando di capire qualcosa di vero e autentico sulla nascita del Barolo: dove e come venne veramente vinificato? Da chi? Con quali innovazioni?
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2° Tappa – Serralunga d’Alba
Anche a Serralunga d’Alba venne vinificato il Barolo della marchesa Falletti Colbert. La nobildonna possedeva, in questo comune, almeno 150 ettari di terreni, vigneti che oggi sono diventati alcuni fra i più celebri crus del Barolo.
Nelle cantine dell’imponente castello, da tempo monumento nazionale, non c’è più nulla. Si è comunque vinificato sino a inizio del secolo scorso come confermato da alcune testimonianze orali. Tuttavia esiste ancora l’agenzia di Serralunga della Marchesa, un edificio ove si vinificava ed invecchiava il Barolo.
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3° Tappa – Fontanafredda
Nella tenuta di Fontanafredda in Serralunga d’Alba iniziarono ad impiantare vigneti nel 1864-65 ed a produrre Barolo intorno al 1870.
Amministrata nell’ambito del patrimonio privato del Re Vittorio Emanuele II sino al 1878, a partire da questa data e con il marchio “Casa Vinicola E. di Mirafiore” incrementò notevolmente l’attività produttiva e commerciale. Di fatto Fontanafredda divenne il maggior produttore di Barolo a fine ‘800.
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4° Tappa – Grinzane Cavour col Conte Camillo Benso
Camillo Benso, conte di Cavour e primo ministro di Vittorio Emanuele II, produsse Barolo tra il 1835-1855 nelle sue tenute a Grinzane Cavour, non lontano dalla città di Alba.
Qui lavorò l’enologo francese Oudart, che vinificò Barolo secondo una tecnica particolareche certamente influenzò la produzione successiva di questo vino. Oudart insisteva nell’ottenere vini secchi ovvero che completassero la fermentazione e dava molta importanza ai travasi, in ciò andando controcorrente rispetto ai metodi dell’epoca.
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5° Tappa – Alba la ditta Calissano
In Alba, la ditta Calissano, fondata nel 1875, fu tra i maggiori produttori di Barolo a cavallo tra i due secoli. Nulla è rimasto di quel bellissimo cortile ove intere generazioni di cantinieri e spumantisti hanno prodotto i migliori vini e spumanti dell’albese.
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6° Tappa – Pollenzo e i Savoia
La tenuta reale di Pollenzo disponeva di ampie cantine che, nel secolo scorso, vinificavano le uve provenienti dai vigneti di proprietà della Real Casa Savoia, tra cui la real vigna di Barolo, situata in località Paiagallo.
Oggi l’edificio ospita L’Agenzia di Pollenzo, con la sua Università del Gusto.
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7° Tappa – Bra
Bra nell ‘800 fu il centro principale della produzione del Barolo.
Non a caso a Vienna, durante l’esposizione internazionale del 1873, il Barolo delle cantine Fissore di Bra trionfa con la medaglia d’oro, ma nella piccola città piemontese sono attive altre cantine: Manissero, Boglione, Bonardi, Ternavasio secondo quanto riporta la “Guida di Bra e dintorni” del 1875.
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Galleria Fotografica
Mappa
83 Km, 1:45 in auto, percorribile anche in moto, bici sconsigliabile per il tratto Roddi, Pollenzo, Bra.