A metà tra aglio e cipolla, ma più delicato, il porro è tipico della cucina autunnale e dona un gusto particolare alle pietanze. Normalmente si utilizza la parte bianca, più tenera e si mette da parte quella verde per insaporire zuppe e salse. Può sostituire la cipolla con un aroma più leggero e raffinato. Può essere usato come protagonista di risotti e zuppe, torte salate, frittate e persino della pizza. Non è però semplice da digerire meglio perciò evitarlo crudo.
Per niente calorico, il porro ha proprietà diuretiche, è ideale dunque nelle diete e in caso di necessità di combattere la ritenzione idrica. Non solo, pulisce l’intestino e rafforza il sistema immunitario perché contiene sostanze disinfettanti e battericide. Per questo motivo viene sfruttato in inverno, quando i raffreddori sono più frequenti e fastidiosi. Molto importanti per la loro azione a protezione delle vie respiratorie, i porri riducono anche il colesterolo cattivo e sono utili per chi soffre di anemie e di stanchezza.
Il porro è un alimento senza grassi e con pochissimi zuccheri, mediamente ricco di vitamina C, PP, A, B, B2 e di ferro.
Una piccola curiosità: i porri erano considerati dai romani dei potenti afrodisiaci e si ritiene fossero coltivati già tremila anni fa dai Celti.
Differenze tra il porro di Cervere e quello di altre zone
I terreni di Cervere dove si coltiva questo ortaggio hanno caratteristiche particolari, sono, cioè, composti da limo, sabbia fine e calcare; questa combinazione è abbastanza rara in natura. Il porro coltivato in questi terreni acquista un sapore dolce e gradevole ed è più digeribile. Il microclima con una luminosità buona ma non violenta favorisce la crescita di porri assai lunghi e teneri con basso contenuto in lignina e cellulosa, sostanze difficile digestione. La ventosità leggera e costante, ma non intensa e violenta, determina condizioni sfavorevoli allo sviluppo delle malattie fungine per cui non vi è la necessità di effettuare alcun trattamento con prodotti anticrittogamici.
E’ un prodotto agroalimentare tradizionale (PAT)
Descrizione
Il porro si presenta con fusto alto, sottile e con una percentuale di bianco superiore alla metà. E solitamente venduto in tipici mazzi contenenti 20 – 30 porri di calibro omogeneo.
Il sapore è dolce, delicato, ben diverso da quello dell’aglio e della cipolla con cui è stretto parente.
Seminato tra metà marzo e metà aprile, è trapiantato, tra metà giugno e metà luglio, in filari distanti fra di loro circa un metro. Dal mese di settembre in poi le piantine sono rincalzate a mano parecchie volte, previo sfoltimento delle foglie, fino ad avere un prodotto con la parte bianca che raggiunge anche i 60 cm di lunghezza. Il porro giunge a maturazione a fine ottobre e può essere raccolto per tutta la stagione invernale. La coltivazione è legata a metodi tradizionali che si tramandano di generazione in generazione, che si adattano difficilmente ad ogni tipo di meccanizzazione e, quindi, conserva una componente di lavoro manuale che ne ostacola la produzione su larga scala.
Il porro raccolto in autunno può essere facilmente conservato durante il periodo invernale mantenendolo riparato dal freddo in un ambiente buio e chiuso, o legato a mazzi e coperto con uno strato di 15- 20 centimetri di sabbia fresca sotto serra, oppure dentro fosse all’aperto protette da uno strato di foglie secche o di paglia.
Chi non ha orto o giardino può conservare i porri in un contenitore chiuso, al riparo dalla luce, anche sul balcone o in cantina.
Storia e tradizione
Nell’antico Egitto era consumato dagli schiavi addetti alle costruzioni delle piramidi. Plinio descrive la pianta chiamandola “porrum”.
Nel Medioevo il porro ha contribuito insieme ad un numero ristretto di altre piante a risolvere il problema alimentare durante le ricorrenti carestie e pestilenze che a quei tempi infierivano sulle popolazioni. Oggi il porro è conosciuto, coltivato e diffuso in tutto il mondo.
L’antica tradizione di coltivazione del porro a Cervere è testimoniata dalla varietà locale, una selezione massale della varietà porro lungo d’inverno tradizionalmente conosciuta e denominata Cervere, e dai metodi di coltivazione tramandati di generazione in generazione.
Il Porro di Cervere rappresenta più dei due terzi della produzione di porri di tutto il Piemonte.
Piatti & Ricette
Qui alcuni suggerimenti di piatti, con relativa ricetta, che esaltano la qualità di questo ortaggio.
# Penne affogate al Grignolino
Sagre & fiere
Il porro è celebrato a Cervere con una Fiera dove unico protagonista è il porro. Letteralmente cucinato in tutte le salse. Ogni appuntamento culinario è condito da musica ed occasioni di festa
Video & Foto