Il vitigno
E’ uno dei vitigni più diffusi nel sud del Piemonte la cui coltivazione si estende dalla Langhe Monregalesi (Mondovì) sino alle colline di Acqui e Ovada. E’ un vitigno molto versatile nel senso che, a seconda del territorio in cui è messo a dimora, il vino che se ne ricava ha una sua identità ben precisa per questo sono classificate ben 7 DOC e DOCG diverse, più alcune classificazioni derivanti dalla tradizione come per esempio il Dolcetto dei Terrazzamenti della Valle Bormida.
Incerta è la storia del vitigno e della sua etimologia, tuttavia è conservato negli Archivi Comunale del Comune di Dogliani un documento del 1593 che nomina espressamente il vitigno Dolcetto.
Si tratta di un’ordinanza emanata dalla Municipalità nell’agosto 1593, che disciplinata la raccolta dell’uva per impedire l’errore di una vendemmia anticipata. Si faceva infatti divieto assoluto di staccare dalle viti le uve che non fossero ancora giunte alla loro piena maturazione, in caso contrario la pena sarebbe stata severissima: la confisca dell’intero raccolto.
Ordini per le vindimie. Niuno ardischi, al di qua della festa di San Mateo (21 settembre) vindimiar le uve, et se qualcheduno per necessità o altra causa dovrà vindimiar qualche dozzetti o altre uve dovrà prender licenza dal deputato, sotto pena della perdita delle uve
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Il Dogliani DOCG
E’ l’mblema della città e del territorio circostante. Proprio in quest’area dove la tradizione vitivinicola è fortemente legata all’uva Dolcetto, il vitigno trova la sua migliore espressione. Si tratta di un’uva difficile da coltivare e ancor di più da vinificare, ma grazie al lavoro e alla dedizione dei viticoltori è capace di donare vini di buon equilibrio e grande finezza.
Nonostante il disciplinare indichi un solo anno di invecchiamento per la qualifica di Superiore, resterete sorpresi nello scoprire che ci sono aziende che non lo vendono prima di 4 anni.
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Curiosità
Ad inizio del XX secolo Dogliani ospitava uno stabilimento di ampeloterapia in cui, nel periodo vendemmiale, si recavano molti villeggianti per sfruttare le proprietà terapeutiche dell’uva.
Infatti, data la sua grande ricchezza di principi nutritivi, l’uva offre la possibilità di una terapia particolarissima, da fare in autunno, quando le bacche del frutto sono ben mature, e possibilmente durante una settimana in cui ci si possa riposare e svagare, coniugando in questo modo il divertimento alla cura del proprio corpo.