Una passeggiata di 6 km (fra andata e ritorno) della durata di circa un’ora e mezza alla scoperta delle architetture di Giovanni Battista Schellino. Stravagante architetto autodidatta che nella seconda metà del XIX secolo diede a Dogliani le attuali scenografie gotiche dal vago sapore wagneriano.
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Ospedale Civico e Cimitero
Nella sua parte iniziale il percorso consente di ammirare l’architettura L’ospedale civico di Dogliani. Tra le più impegnative ed elaborate opere dell’architetto Giovanni Battista Schellino fu costruita tra il 1878 e il 1888 per sostituire la vecchia e malandata Casa dell’Ospedale. È un’architettura eclettica con allusioni neoclassiche e neoromantiche, realizzata in paramento in vista di mattoni e pietra e che si conclude con un vistoso cornicione ad archetti pensili. È dedicato al sindaco Ettore Manzi, di cui si nota il busto in facciata.
I Piloni iniziano presso il Cimitero del quale non si può fare a meno di notarne l’ingresso; elegante e suggestivo complesso monumentale in stile neogotico realizzato dall’architetto Schellino. È realizzato in mattoni fatto a mano, alternati a ferri rostrati di croci e cancelli in ferro battuto, che animano e arricchiscono l’intero complesso, ispido e tagliente. All’interno sono opera dello Schellino le tombe Appiani, Bonari e Cillario. Nell’angolo sud-est è sepolto Giovanni Battista Schellino mentre in un’ala posta a destra dell’ingresso vi è la tomba di Luigi Einaudi, insigne economista e primo Presidente della Repubblica.
I Piloni del Rosario
La Via Crucis è costituita da 14 piloni in sequenza, progettati dallo Schellino nel 1872 e che rappresentano la vita di Gesù. I piloni si snodano lungo la strada provinciale 661 in direzione Belvedere Langhe. Nel tratto che va dal Cimitero al Santuario della Madonna delle Grazie.
Il Santuario della Madonna delle Grazie
Il santuario che rappresenta la quindicesima stazione del Rosario, sorge in bellissima posizione, a poco meno di tre chilometri dal centro di Dogliani, su una collina da cui si gode una stupenda vista panoramica. Già verso il 1500 esisteva una chiesetta con annesso piccolo oratorio dedicata alla Divina Maternità di Maria Santissima; in tale chiesetta, secondo le memorie lasciateci nel 1922 dall’Arciprete Gastaldi, esisteva << un altare con un’ancona raffigurante la Madonna con in bracco il Bambino Gesù e sulla sua destra una rosa; più in alto due angeli le tenevano sul capo una ghirlanda di fiori ed ai lati San Giuseppe, San Lorenzo e San Grato.>>
La devozione alla Madonna crebbe particolarmente nel 1817 quando la popolazione, a seguito di una grave ed eccezionale siccità, decise di fare un triduo di preghiera alla Madonna; già il primo giorno cadde una pioggia benefica e abbondante. Si decise allora di costruire un Santuario vero e proprio che, negli anni successivi venne ripetutamente ingrandito e abbellito: in particolare, nel 1846 e, poi, nel 1867, in occasione del primo cinquantenario.
Nel 1872 si svolse la solenne cerimonia di Incoronazione della Vergine. Il Santuario ebbe un ulteriore abbellimento negli anni 1873-1874, quando, ad opera dell’architetto Schellino, si realizzarono i due altari laterali e i due campanili accanto alla facciata.
Nel 1885, infine, venne realizzato il cupolino centrale sormontato dalla statua della Madonna.
L’opera d’arte più significativa conservata all’interno è il grande affresco interno alla cupola, opera del pittore monregalese Toscano, che ha dipinto anche i Piloni del Rosario. Alcuni sono stati successivamente restaurati. Nelle citate memorie del Gastaldi, si trovano anche numerose testimonianze di grazie ricevute da pellegrini provenienti da varie località.
Oggetto del culto è la statua della Madonna con il Bambino in legno dorato, entrambi con la corona di argento dorato.