Cos’è l’Alta Langa?
Non è l’altimetria a definire questa porzione del territorio delle Langhe, ma l’uso dell’arenaria come materiale edile in abbinamento, o, più spesso, in sostituzione del laterizio.
Si tratta della Langa più selvaggia, non caratterizzata dalla monocultura della vite. Alle vigne si alterano: boschi (dove sopravvive, anche se in numero sempre più ridotto, il pino silvetre), coltivi, prati e noccioleti.
E’ la Langa turisticamente meno conosciuta e, conseguentemente, meno battuta. Che offre, ancora, la rilassata sosta nelle osterie dalle insegne dipinte sul muro e il pergolato appoggiato alla casa, sempre affacciate sulla piazza del paese. Dove si gioca al Balon, il gioco delle Langhe. La storia del pallone elastico è scritta tra questi muri storti da anonimi eroi di un giorno e da vere leggende come Ghindo, Manzo, Bertola. Una partita in piazza alla pantalera è ancora oggi uno spettacolo unico, sportivo, ma anche sociale.
In tutti i casi, quale che sia il vostro itinerario, queste colline vi lasceranno un segno e il desiderio latente di ritornare.
Dogliani – Momabarcaro – Dogliani
(Km. 55 – 1:26 minuti in auto – percorribili anche in bici, moto, ecc.)
Uscendo dall’abitato di Dogliani Castello, seguendo i piloni del Santuario Madonna delle Grazie, si arriva a Belvedere Langhe, con i ruderi del castello ed un panorama, come dice il nome del paese, impagabile.
Ecco, siamo in Alta Langa, e una miriade di paesini, borghi, frazioni e pievi isolate ci attendono. Adagiati sulle colline della Valle Tanaro o della Valle Belbo. La dorsale che le separa è anche la strada più panoramica.
Praticamente ogni bivio, ogni strada, ogni sentiero merita di essere percorso (soprattutto a piedi, in bici o a cavallo) e ci riserva piacevoli sorprese.
I centri principali sono: Bossolasco, con il tardo medioevale palazzo Balestrino, il centro storico invaso dalle rose e le storiche insegne d’artista. Murazzano, che oltre a dare il nome al grande formaggio DOP, conserva uno dei centri storici più interessanti (da vedere i resti dell’unico mulino a vento delle Langhe), dominato dalla bella torre quadrata di pietra. Mombarcaro, che con i suoi 900 metri è la vetta delle Langhe, da dove, nelle giornate più terse, è possibile scorgere il Mar Ligure. Da qui, appunto, il nome di Mombarcaro, ovvero monte delle barche. Nella nuova parrocchiale sono stati recentemente trasferiti i preziosi affreschi che decoravano la vecchia parrocchiale romanica di San Pietro.
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Variante Belvedere Langhe – Niella Belbo
(142 Km., 3:07 ore in auto, percorribili anche in moto, bici, ecc.)
Da Murazzano è possibile raggiungere Cigliè col suo maestoso Castello. Quindi Marsaglia, dominata dall’antico Castello del XIV secolo. Una deviazione ci porta a Paroldo, uno dei tanti paesi delle Masche e con ruderi del castello dei Del Carretto
Da lì si può poi scendere alla Riserva Naturale delle Sorgenti del Belbo per un’escursione nella natura più incontaminata. Dalla riserva naturale si può raggiungere Saliceto, anche qui castello del 1300 con torri quadrangolari e preziosi affreschi all’interno. Si percorre, poi. parte della fondo valle Bormida per arrivare, scollinando sulla valle Belbo tra boschi e noccioleti, ad Arguello uno dei più piccoli paesi della Langhe.
Da Arguello una strada panoramica conduce a Benevello. Successivamente a Cravanzana, uno dei centri più importanti per la produzione della Nocciola ed il cui centro storico è caratterizzato dalla mole del Castello. Si raggiunge infine Niella Belbo, situato in posizione panoramica sulla valle e sugli abitati del versante opposto.
L’itinerario, oltre ai castelli, è caratterizzato anche da alcune interessanti chiesette romaniche:
- Cappella di San Senastiano a Paroldo
- San Martino in frazione Lignera di Saliceto
- Chiesa di San Frontiniano ad Arguello
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Luoghi fenogliani
(89 Km., 2 ore in auto, percorribili anche in moto, bici, ecc.)
Una visita ai luoghi di Fenoglio fa tappa forzata a San Benedetto Belbo, con l’Abbazia benedettina e l’Osteria di Placido. Dal Belbo si risale su fino al cupo Passo della Bossola ed al cimitero di Murazzano. Oppure vi porta a Lunetta, abbandonata frazione di Mombarcaro. Archetipo di tutti i Pavaglioni dello scrittore o, ancora, alla Cascina della Langa a Benevello. Alta e isolata sopra la valle.